Il pastin: un piatto che racconta il territorio

Valbelluna (Italia)

Se ti è mai capitato di trascorrere qualche giorno nella zona montana o pedemontana di Veneto e Friuli, potresti essere stato attratto dal piatto tipico locale: il pastin, un piatto tipico che racconta il territorio dato che è fatto con gli ingredienti più semplici, che erano la base della dieta “di una volta”.

Si tratta di un impasto, che di solito ha la forma di un hamburger, fatto di carne di bovino e suino aromatizzata con numerose spezie tra cui aglio, cannella e chiodi di garofano in proporzioni differenti a seconda della zona. La sua particolarità è infatti quella di avere gusti diversi da paese a paese, pur essendo composto dagli stessi ingredienti. Al primo assaggio in bocca si scatena un’esplosione di gusto: è deciso, a tratti pungente… insomma, credo sia il piatto ideale da gustare magari dopo una lunga passeggiata verso un rifugio o magari, come ho fatto io, dopo un bel giro in e-bike!

In queste zone si tratta di una vera e propria istituzione: lo puoi trovare servito nei ristoranti più rinomati ma anche come street food ad una festa di paese.

La “Locanda Baita A’ L’Arte”

Dopo una mattinata di saliscendi fra i pendii nella zona di Cesiomaggiore, ho pranzato in un luogo suggestivo quanto il suo nome: Locanda Baita A’ l’Arte. Si tratta di un ristorante a San Gregorio nelle Alpi, dallo stile rustico ma allo stesso tempo ricercato. Accanto al tavolo a cui ero seduta io si trovava un bellissimo camino: c’è qualcosa di più affascinante ed avvolgente dei ciocchi scoppiettanti che ti riscaldano mentre aspetti il pranzo?  

L’attesa comunque è stata breve e l’antipasto composto da un flan di asparagi con una mimosa d’uovo ha placato in poco tempo il buco nello stomaco. A seguire sono arrivati ben due primi: un piatto di gnocchi di ricotta, rigorosamente fatti in casa, con salvia e burro fuso e un risotto che meriterebbe un articolo a sé stante con zucchine, porcini, gocce di basilico e fiori eduli. E quando ho visto il piatto ho capito fino in fondo quello che ho spesso sentito dire da cuochi e chef: un piatto si deve gustare prima di tutto con gli occhi… e tra violette, germogli di aglio ursino e fiori di campo pregustavo già il sapore di quel risotto!

Il pastin de “La Locanda Baita A’ L’Arte”

Se invece ti capita di trascorrere una giornata in una festa paesana, non saranno poche le bancarelle di street food a proporti un panin col pastin accompagnato da un’ottima birra locale.

Ma torniamo al “re” di questo articolo: in questo ristorante il pastin viene servito insieme alla polenta di mais sponcio, tipico della zona. Un’abbinata perfetta dato il gusto delicatissimo di questa polenta, perfetta per smorzare un po’ quello dirompente del pastin cotto alla piastra. Il piatto era accompagnato anche da diversi contorni. Io ho molto apprezzato le patate ed il tortino di zucchine che, a mio avviso, contribuivano a far risaltare ancora di più il gusto inconfondibile del pastin. Se sei di passaggio in questa zona ti consiglio quindi una sosta in questo locale: le tue papille gustative ti ringrazieranno!

Il pastin di può consumare sia cotto alla brace o alla piastra, ma anche crudo. Personalmente però non sono un’amante della carne cruda e quindi prediligo sempre le versioni cotte, dalle più semplici accompagnate alla sola polenta o a quelle più elaborate, con più ingredienti e accompagnato da formaggio e verdure.

Insomma, il pastin è un cibo molto versatile, che si può ben adattare sia a situazioni più formali che a quelle più amichevoli rendendolo un piatto universalmente apprezzato dalle persone del posto e anche dai numerosi turisti.

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