Alla scoperta del lato “rosa” della Serenissima

Venezia (Italia)

In occasione dell’8 marzo, Giornata Internazionale delle Donne, io e Giorgia abbiamo pensato di rendere omaggio proprio alle donne che hanno reso grande la Repubblica di Venezia negli anni del suo massimo splendore.

Se hai già avuto la fortuna di visitare almeno una volta la città lagunare, potresti ricordare diverse calli e fondamenta che fanno esplicito riferimento alle donne. Dalle cortigiane di più alto livello fino a quelle di più basso rango, sarai forse sorpreso di sapere che sono state a dir poco fondamentali nella storia del successo di questa città.

Le donne erano fondamentali nelle trattative commerciali

Come forse saprai, Venezia è stata il centro nevralgico del commercio dall’Oriente verso l’Europa: un porto dove fare ottimi affari. I mercati che qui approdavano in cerca di fortuna e di altri mercanti con cui contrattare e scambiare le proprie merci, si trovavano molto spesso in una realtà diversa da quella alla quale erano abituati: una città viva, sfarzosa, quasi arrogante a causa del diffuso benessere di cui godeva. I soggiorni di questi viaggiatori d’altri tempi inoltre erano piuttosto lunghi. Prova solo ad immaginare quanto potevano durare le trattative di vendita e di acquisto in un mondo in cui non era possibile vedere e conoscere in anticipo le merci e dove non era possibile prendere accordi se non di persona.

Durante i loro soggiorni, i mercanti, erano soliti intrattenersi con le cortigiane che qui avevano un ruolo molto importante, così importante da richiedere l’istituzione di un vero e proprio albo. In questo libro venivano indicate nero su bianco le abilità di ciascuna così gli interessati avrebbero potuto scegliere in base ai propri gusti ed interessi la più adatta ad intrattenerli. Anche se oggi il termine “cortigiana” è utilizzato  con una connotazione dispregiativa devi sapere che invece, a quell’epoca, era un onore diventare una cortigiana e anche le bambine dell’alta società erano spesso invitate a seguire questa strada. Una carriera come cortigiana era infatti garanzia di formazione: le bambine e le ragazze studiavano molto le arti quali il canto o il ballo, oppure venivano avviate allo studio uno strumento musicale. Questo permetteva loro di intrattenere i propri clienti non solo fisicamente ma anche attraverso momenti di vera e propria cultura.

Per molte famiglie era una scelta per garantire un futuro

Le cortigiane poi godevano della protezione delle famiglie più importanti di Venezia. Questa situazione assicurava loro vestiti sfarzosi e gioielli preziosi in quanto rappresentavano una sorta di “biglietto da visita” agli occhi dei mercanti, degli “agenti di commercio” del 1500. Potresti pensare che si trattasse di un abuso da parte delle famiglie più potenti ed in parte hai ragione, ma si tratta anche dei primi, “rudimentali”, elementi di marketing che si svilupperanno in tutta la società occidentale nei secoli successivi.

La possibilità di frequentare uomini provenienti da diversi Paesi dava inoltre la possibilità alle cortigiane di imparare le lingue straniere e forse non sarai stupito del fatto che alcune, grazie allo studio e all’impegno, sono diventate delle importanti traduttrici (sicuramente facilitate anche al fatto che a Venezia avevano sede molte stamperie e “fare un libro” non era complicato come nel resto d’Italia).

Forse ti sorprende tutta questa tutela nei confronti di queste donne ma se pensi che a fronte delle loro prestazioni tutte versavano le tasse, questa situazione che per noi oggi è impensabile, potrebbe acquisire una luce diversa.

Per la Repubblica era un interesse soprattutto economico

La Repubblica quindi aveva tutto l’interesse a salvaguardare e sostenere questo tipo di attività poiché era garanzia di entrate sicure nelle proprie casse. Tasse e dazi provenienti dai commerci invece non erano sempre certi: un nubifragio poteva far perdere il carico alla nave, l’assalto di qualche pirata poteva far arrivare vuota l’imbarcazione e così i mercanti non sarebbero stati tenuti al versamento di nulla, non avendo nulla da commerciare.

Lo slancio culturale delle donne a Venezia

La vivacità di Venezia dal punto di vista culturale è testimoniata anche dal fatto che è veneziana la prima donna al mondo ad ottenere un dottorato.

Elena Cornaro riuscì a laurearsi in Filosofia, non senza fatica come puoi immaginare. La sua aspirazione però sarebbe stata quella di ottenere una laurea in Teologia, ma questo percorso gli fu precluso dal Cardinale di Venezia che si oppose in tutti i modi fino a farla desistere.

Non ti sorprenderà infatti sapere che per le donne Venezia rappresentava una sorta di “isola felice”, dove poter quantomeno provare ad affermarsi.

Non molto distante dalla città, sulla terraferma, era invece ancora molto presente e pressante il ruolo della Chiesa che relegava le donne al loro ruolo di madri sottomesse.

La storia di Venezia, il suo essere luogo di arrivi e di partenze, di incontri e anche di scontri, racconta di molte altre donne che hanno saputo emergere grazie alle loro capacità e grazie al fatto di trovarsi “nel momento giusto, al posto giusto”.

Se questo articolo ti ha interessato e vuoi saperne di più, contattami. Le donne che hanno reso grande la Serenissima non aspettano altro che qualcuno che ascolti le loro storie e, magari, ne tragga qualche insegnamento utile ai giorni nostri.