Saona insolita: un rinomato angolo di caraibi visto con occhi diversi

Probabilmente se dico ‘Saona’ la tua mente corre veloce verso acque cristalline che ritmicamente baciano spiagge di sottile ed impalpabile sabbia bianca, contornate da imponenti palme le cui foglie sono accarezzate da una leggera brezza marina. Insomma, uno di quei paradisi tropicali verso cui viaggi nelle uggiose giornate d’inverno, quando la routine bussa insistentemente alla porta e la voglia di evasione accompagna ogni minuto della tua giornata, da quando ti alzi a quando vai a letto la sera.

C’ho azzeccato, vero?

Come tutti le destinazioni che fanno sognare ad occhi aperti però, anche Saona ha una faccia della medaglia meno piacevole, data dal fatto di essere spesso affollata da turisti provenienti da ogni parte del mondo.

L’isola è infatti meta di numerosissime escursioni giornaliere che hanno origine dalle isole in cui si trovano resort e villaggi e che portano a riversarsi in questo lembo di terra, quotidianamente, un’orda di persone, solo per dire ‘ci sono stato!’ o per qualche like sui social!

L’altra Saona

Lo sai che noi invece abbiamo avuto modo di visitare quest’isola quasi in solitaria?

Si, hai capito bene! Con i nostri corrispondenti in loco abbiamo deciso per una partenza in barca più mattutina rispetto alla maggior parte degli altri operatori, e questo ci ha permesso di raggiungere Saona di buon’ora, quando l’isola è ancora un po’ assonnata.

Abbiamo così potuto godere in piena tranquillità e pace dello spettacolo che ci hanno offerto le piscine naturali che si trovano qui, andando alla ricerca delle enormi stelle marine (per guardare e non toccare, mi raccomando!) senza urla e schiamazzi di turisti rumorosi.

Una volta ritornati a bordo c’è anche stato il tempo di brindare all’esperienza appena vissuta con un ottimo rum&cola preparato al momento, cullati dalle onde del mare e con un piacevole sottofondo di merengue.

Il capitano ha poi diretto la nostra imbarcazione verso Canto de la Playa, probabilmente la più affascinante spiaggia dell’isola, raggiungibile solo con piccoli natanti. Questo è davvero il paradiso tropicale! Chiudi gli occhi ed immagina candide spiagge di sabbia baciate dal sole. Acqua, tiepida e trasparente, che invita ad un tuffo. Verdi palmeti accarezzati dal vento che sembrano salutarti ed accoglierti mentre ti avvicini. La sensazione che ho provato è stata piuttosto strana: quella di vivere dentro ad un sogno, a qualcosa che fino ad un attimo prima era esistito solo nella mia mente…

… mare e non solo

Saona ospita anche un colorato villaggi di pescatori, sempre pronti a fare due chiacchiere per raccontarti la bontà della loro mercanzia.

Si tratta di Mano Juan dove puoi anche visitare un centro di protezione e riproduzione delle tartarughe marine. Questo è un luogo quasi ‘sacro’ in cui la vita di questi animali così delicati viene curata sin dai primi istanti fino alla schiusa. Io sono stata molto fortunata perché ho avuto l’occasione di vedere delle tartarughine quasi pronte per essere rilasciate tra le acque caraibiche per iniziare la loro avventura in libertà.

… anche la pancia vuole la sua parte!

Beh, devo ammettere che dopo tutto questo movimento e queste attività la pancia iniziava a reclamare (forse perché era già stata annaffiata più di una volta con del rum!). Non ho avuto nemmeno il tempo di poter condividere questo pensiero che, sbarcati sulla spiaggia, mi sono trovata davanti una tavola imbandita da specialità tipiche locali a base di carne alla griglia, insalata, patate, pesce… Per chi lo desiderava c’era anche la possibilità di degustare un’ottima aragosta appena pescata e cotta alla griglia: una vera e propria delizia!

Per non parlare del buffet di freschissima frutta tropicale a fine pasto: un mix di colori e profumi che vorresti non finisse mai! Però, la nostra avventura doveva continuare e quindi nel pomeriggio ci siamo spostati a Playa el Toro che ospita la palma probabilmente più fotografata nei set pubblicitari (e non). Hai presente quella lunga palma che cresce quasi parallela al suolo, che sembra allungarsi per toccare il mare? Ecco, si trova proprio qui!

Un ecosistema da conoscere e proteggere

Anche il rientro ci ha riservato delle sorprese: passando attraverso il canale di Catuano, abbiamo potuto ammirare il luogo esatto dove l’Oceano Atlantico con il suo colore blu intenso incontra le acque cristalline del Mar dei Caraibi: fa sempre un certo effetto vedere questi spettacoli regalati dalla natura, a cui spesso non si pensa!

La navigazione è poi proseguita attraverso il Canale delle Mangrovie, delle piante dalle radici aeree che si rivelano di fondamentale importanza in ecosistemi delicati come questi: è in questa zona, infatti, che i pescatori riparano le loro imbarcazioni in caso di diramazione di allerta meteo a causa degli uragani. In questo luogo le barche risultano essere particolarmente riparate e protette dalla furia del mare proprio grazie alla presenza di queste piante.

Insomma, se il tuo sogno è quello di scoprire i Caraibi, ma ti spaventa un po’ l’idea di trovarti in paradisi tropicali sovraffollati, pieni di chiassosi turisti, adesso sai che esistono anche modi, e soprattutto momenti, diversi per assaporare la vera natura di questi luoghi incantati.

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