Storie di vitigni e vigneti: trekking tra le colline del Prosecco

Conegliano – Valdobbiadene (Italia)

Tra i tanti posti che porto nel cuore, ce ne sono alcuni che sono più speciali di altri e sono legati ai ricordi più cari dei luoghi dove sono cresciuta.

Forse succede anche a te di ripensare con un pizzico di malinconia a questi luoghi, e in quei momenti ti sembra di rivivere sulla tua pelle sensazioni ed emozioni di quei giorni passati…

Un paesaggio da ammirare e… tutelare!

Uno di questi è proprio la zona che si estende da Conegliano (dove ho frequentato le scuole superiori) e Valdobbiadene, entrata al 55esimo posto dei patrimoni tutelati dall’UNESCO per il paesaggio suggestivo che ospita. Chiudi gli occhi ed immagina: dolci colline baciate dal sole, una leggera brezza che accarezza i fianchi di questo sinuoso territorio, una temperatura mite tutto l’anno, con poca escursione termica: il luogo ideale per la coltivazione dei vigneti che danno vita ad uno dei prodotti italiani per antonomasia, uno di quelli che tutto il mondo ci invidia: il Prosecco.

Questa piccola porzione della Marca Trevigiana è da sempre legata al mondo dell’enologia, sin dai tempi in cui il Prosecco non era l’eccellenza che noi tutti oggi conosciamo. Forse non lo sai, ma è nata proprio qui la prima scuola di enologia d’Italia e d’Europa: l’Istituto Cerletti, fondato nel 1876 e ancora oggi prestigiosa scuola secondaria di secondo grado, che richiama molti studenti anche da fuori provincia.

Una volta, questa zona, era conosciuta come ‘il giardino di Venezia’. Non ci sono infatti solo vigneti: il territorio vinicolo è costellato di borghi, pievi e castelli che meritano tutti di essere scoperti e che rendono un trekking un’esperienza appagante e coinvolgente sotto numerosi aspetti.

L’interazione tra uomo e paesaggio

Sicuramente però, l’intensa coltivazione dei vigneti ha contribuito a modificare in maniera significativa, per adattare alle esigenze dell’uomo, questo paesaggio collinare, la cui conformazione geomorfologica è quantomeno particolare. Il nome che la identifica è ‘hogback’ ed indica i rilievi che si estendono da est ad ovest e che sono intervallati da piccole valli parallele  tra loro.

Insomma, non proprio un ambiente ‘facile’ dal punto di vista dell’agricoltura.

La soluzione che i contadini hanno trovato per sopperire alla difficoltà di coltivare un terreno così impervio sono i cosiddetti ‘ciglioni’. Si tratta di terrazzamenti che si differenziano da quelli di cui magari hai sentito parlare negli anni, per il fatto di essere costruiti su terra inerbita anziché pietra per garantire una maggiore stabilità al terreno e ridurne l’erosione.

I ciglioni, coltivati da migliaia di piccoi viticoltori nel corso del tempo, hanno dato vita ad un paesaggio ‘a mosaico’, in cui si alternano gli appezzamenti che potevano essere coltivati a terreni incolti o boschivi che garantiscono un’efficace rete geologica, fungendo anche da barriere frangivento durante i temporali estivi che minacciano le colture.

Il colpo d’occhio su questo paesaggio durante la tarda primavera o in autunno, quando si avvicina il momento della vendemmia, è un’esperienza impagabile in cui gli occhi, nonostante il variegato ‘patchwork paesaggistico’ che si trovano a scorrere, trovano armonia ed equilibrio.

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